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LE 5 MIGLIORI SCENOGRAFIE DELLE ULTIME SFILATE DI MILANO 

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La creatività, che si tratti di settimana del Salone o della Moda, accende i riflettori su design ed heritage in tuffi e approfondimenti che incuriosiscono e arricchiscono; le ultime sfilate di Milano hanno mostrato un pò di storia del design, hanno avuto un approccio legato al saper fare con la testa e con le mani, portando l’attenzione sul vero valore del prodotto, o aggiungendo ingredienti inaspettati ad un racconto che cerca sempre più di riscoprire e supportare i processi in cui etica, condivisione, sostenibilità e storia convivono o sono attori protagonisti.

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Quella di Bottega Veneta è stata una sfilata di poltrone oltre che di abiti ed accessori. Matthieu Blazy ha commissionato a Zanotta una collezione in edizione limitata, ispirata all’iconico Sacco. La poltrona, progettata nel 1968 dal trio Gatti, Paolini e Teodoro, rappresentava al tempo un nuovo modo di sedersi, riusecndo a destrutturare la formalità con cui ci si era fino ad allora seduti; in questa versione incarna anche la morbidezza e a versatilità che da sempre contraddistinguono le borse Bottega Veneta. In questa vivace reinterpretazione del design classico, Blazy coniuga la fluidità del modello originale con forme giocose ispirate al mondo animale, dando vita a modelli che evocano creatività, meraviglia e immaginazione.

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Soho House, brand leader dell’ospitalità più creativa, nelle città dove non è ancora presente con un hotel, organizza appuntamenti chiamati Cities Without Houses (CWH) con feste, eventi culturali, workshop, conferenze. Soho House ha scelto proprio la settimana della Moda di Milano per dare vita alla festa che ha riunito il meglio del design, della moda e della musica. L’evento è stato ospitato nella suggestiva cornice dei Chiostri di San Barnaba, in collaborazione con Vetsak e Lacoste, con la fotogenica scenografia di un campo da tennis speciale. Il party ha aperto la Fashion Week, facendo pregustare agli ospiti l’atmosfera che si vivrà all’interno dell’hotel che aprirà prossimamente nell’edificio anni ’30 dell’ex Cinema Arti di via Mascagni.

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Matteo Tamburini Direttore Creativo di Tod’s ha scelto di parlare (ancora una volta) di heritage; la collezione intitolata “Artisanal Intelligence” è un entusiasta e convinto omaggio al lavoro fatto con le mani, rispettando il valore del tempo e la tradizione. Gli artigiani, con la loro abilità, passione e dedizione, hanno preso parte alla sfilata insieme alle opere d’arte di Lorenzo Quinn. Gli artigiani incarnano lo spirito della tradizione e dell’eccellenza artigianale di Tod’s; le mani, nella monumentale scultura in gesso creata da Lorenzo Quinn, incarnano i valori dell’arte senza tempo, della qualità e della tradizione artigianale. Mani che creano e che modellano, dando vita all’essenza dell’expertise italiano, dove creatività ed eccellenza si uniscono.

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La scenografia è un elemento centrale anche nella sfilata Fendi. Lo spazio minimale e total white, è “sporcato” solo da un sapiente lavoro audio con le voci delle sorelle Fendi e da un grande cubo colorato di un leggerissimo tono di rosa, forse a rappresentare la “robusta delicatezza” che emerge da abiti e accessori. Questo cubo si è aperto, a fine sfilata, regalando un colpo d’occhio sull’intera collezione e facendo emergere la bellezza che omaggia gli anni ’20 con citazioni molto evidenti nei tagli, nei ricami, nei materiali ma con rivisitazioni che prendono spunto anche dal guardaroba maschile. L’atmosfera della quasi algida scenografia era scaldata dalle note di Autumn 3 del produttore Max Richter e dalle voci fuori campo delle figlie di Adele Casagrande, fondatrice del brand, con un racconto quasi spontaneo: “Per lei la bellezza, era quasi diventata, fin da bambina, uno scopo….Mia madre diciamo era l’energia della casa” 

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Lo Showspace della sfilata Prada, creato da AMO, riflette la contraddizione tra la nostra esistenza vissuta in spazi interni e la nostra innata connessione con l’esterno. Elementi apparentemente opposti, la regolarità della griglia metallica, tamponata dal vetro, permette di scorgere la natura irregolare sottostante; proprio il vetro rende la natura un elemento vicino ma intoccabile, raggiungibile solo visivamente ma irrangiugibile fisicamente. La natura appare come una proiezione analogica tra le innumerevoli proiezioni digitali alle quali siamo sottoposti ogni giorno. Sotto l’assetto regolare e costretto dalla griglia si muove una natura spontanea e libera; sul vetro possono così galleggiare modelli e modelle, che non calpestano ma invitano ad una riflessione profonda.

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